Fondo impresa donna 2022 per avviare o riavviare la tua farmacia

Tra gli obiettivi della missione “Inclusione e coesione” del Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) rientra anche il sostegno economico per l’imprenditoria femminile e di conseguenza anche per le imprenditrici della farmacia. Ovvero, le donne che vogliono avviare un’attività imprenditoriale in farmacia possono usufruire della dotazione finanziaria prevista nel fondo impresa donna 2022 ottenendo così dei finanziamenti a fondo perduto.

A chi è rivolto il fondo impresa donna 2022

Possono richiedere il fondo impresa donna 2022:

  • Le donne che vogliono avviare una nuova attività, come ad esempio una farmacia;
  • Le imprese femminili esistenti da meno di 12 mesi;
  • Le imprese femminili esistenti da oltre 12 mesi e fino a 36 mesi e quelle esistenti da oltre 36 mesi

Che cosa cambia? Solo il valore del contributo a fondo perduto, che è del 90% delle spese ammissibili e di importo massimo pari a €50.000 per le donne che hanno un’impresa da meno di un anno; al 50% delle spese ammissibili per quelle che sono in attività da più di un anno o da oltre 3 anni. Sono altresì previsti anche dei finanziamenti a tasso zero o agevolati.

Come e quando presentare la domanda

Per ottenere il fondo impresa donna 2022 bisogna inoltrarne domanda telematicamente, tramite sportello di Invitalia, a partire da maggio. È, ovviamente, fondamentale allegare tutta la documentazione necessaria: dai dati personali a quelli di impresa, dalla descrizione dell’attività al programma di spesa e alla tipologia di agevolazioni richieste. Potranno farne domanda i seguenti soggetti:

  • Le imprese individuali dove la titolare è una donna, quindi per esempio una farmacia gestita da una farmacista dove devono essere installati nuovi macchinari o dove l’imprenditrice vuole fare dei lavori di restauro per potenziare il business della propria impresa;
  • Le società di capitale le cui quote di partecipazione spettano in misura non inferiore ai due terzi a donne e i cui organi di amministrazione (cda) sono costituiti per almeno i due terzi da donne;
  • Le lavoratrici autonome, cioè le libere professioniste con partita Iva;
  • Le cooperative e le società di persone dove almeno il 60% della compagine sociale sia costituito da donne

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